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29 Aprile 2005 Postato da: Marco Lovera
MorphOS parte 2


Questa recensione è tratta dal n°2 della rivista Bitplane



MorphOS

(seconda parte: un'installazione guidata)



Nella scorsa puntata abbiamo cercato di offrire al lettore una rapida panoramica sulle caratteristiche principali di questo nuovo sistema operativo e sul modo in cui ci consenta finalmente di trarre benefici dai nostri -fin'ora poco usati- PowerPC. Nella puntata di oggi, come promesso, ci occuperemo dettagliatamente della sua installazione. Quindi... rimboccatevi le maniche: si incomincia!



Due parole prima di iniziare



Per prima cosa è ovviamente necessario scaricare l'archivio dal sito principale . Senza soffermarci troppo sul logo fiammante che ci da il benvenuto nè su tutti i link presenti, premiamo il bottone "Files-Links" alla nostra sinistra, e accediamo così all'area dedicata al downloading. Al momento della stesura di questo articolo, l'ultima beta pubblica disponibile per Amiga PPC è indicata come 0.4 (14-Feb-01); anche se, come poi vedremo, il comando Version la riconosce come 0.3 (2-Dec-2000).



Questo probabilmente è da imputarsi al fatto che il kernel riamane lo 0.3, mentre la distribuzione completa è stata aggiornata e marchiata come 0.4 - in ogni caso si tratta per ora del suo terzo (e presumibilmente ultimo, sotto queste vesti) rilascio. Esistono due archivi: UserArchive e Developer; come dice il nome, il primo contiene il kernel di MorphOS e tutto il necessario alla sua installazione ed utilizzo, mentre il secondo contiene documentazioni e materiale per sviluppatori. Ovviamente a noi per ora interessa il primo, lungo circa 1.5Mb in lha. Una volta scaricato e
scompattato, prima di passare all'analisi del contenuto, è necessario fare una premessa importante.



Esistono essenzialmente due diverse strade per installare MorphOS: l'installazione sopra un Workbench preesistente tramite l'installer fornito, oppure l'utilizzo di una partizione dedicata. Io personalmente mi sento vivamente di prendere in considerazione e consigliare la SECONDA soluzione, in quanto la più pulita, semplice e affidabile: non comporta il rischio di manomissioni fastidiose della vostra partizione di Workbench abituale ed evita strane convivenze o conflitti di eseguibili 68K e PPC, che potrebbero, specialmente durante i primi approcci con il sistema, portare a malfunzionamenti o addirittura problemi di avvio molto difficili da rintracciare.



Per prima cosa consiglio caldamente di dare un'occhiata al contenuto della direcotry docs/user e leggere attentamente il suo contenuto: il nostro vuole essere un tutorial completo, ma la lettura della documentazione ufficiale è sempre un compito da non trascurare. Ultima nota: MorphOS funziona benissimo tanto con l'AmigaOS 3.5 quanto con il 3.9 aggiornato agli ultimi BoingBags, come quello della macchina su cui è stata eseguita la prova.



Installiamo MorphOS



Stabilito questo è dunque necessario creare una partizione sul nostro HD avente almeno le stesse dimensioni di quella attuale su cui risiede il Workbench, e sulla quale copiare pari pari il contenuto della partizione originale. Vi invitio a chiamare questa nuova partizione "MorphOS", ed è su di essa che ora noi lavoreremo. Sembra comunque, anche se la cosa non è documentata, che internamente il kernel compia dei riferimenti hardcoded alla partizione di boot riferendola appunto tramite una stringa "MorphOS:" anzichè "SYS:"; per questa ragione è meglio attenersi al precedente consiglio. Fatto questo, è fondamentale un pò di "pulizia": incominciamo a disabilitare, spostandole altrove, tutte le commodities o patch pericolose o estensioni non di provenienza AmigaOS presenti nel cassetto WBStartup; una volta sicuri che il sistema è installato correttamente e funziona, allora potremo provare a riabilitarle l'una dopo l'altra per vedere se continuano a funzionare o sono fonte di problemi.



Se possedete un sistema super patchato e non siete piu' in grado di ricordare quali siano le componenti standard ed essenziali e quali no, è allora consigliabile procedere ad una reinstallazione fresca di AmigaOS, possibilmente (ma non obbligatoriamente) la 3.9. Vale la regola generale di scordarsi di tutte le patch sporche che eravamo abituati ad adoperare. Non dimentichiamo che molte di esse vanno ad alterare parti del sistema operativo che ora potrebbero essere in codice PPC, con rallentamenti, perdite di prestazioni o conseguenze imprevedibili.



Tranquillizzatevi: per la maggior parte vi accorgerete di non averne più bisogno; altre molto probabilmente torneranno a funzionare come prima, mentre altre ancora è molto probabile che siano già disponibili in versione MorphOS. Importante è anche rimuovere ogni estensione per WarpOS o per PowerUP come datatypes, devices o librerie, e così pure è consigliabile cancellare le rispettive powerpc.library e ppc.library.





Immagine

Immagine


Il contenuto della distribuzione pubblica di MorphOS 0.3 e la creazione di quella che dovrebbe essere una Startup Sequence adatta allo scopo



Alcuni dei difetti piu' fastidiosi: si noti l'errore di visualizzazione in MultiView e HDToolBox con i gadget principali assurdamente ghostati...






Ora apriamo il cassetto "amigaextension" della distribuzione: qui sono presenti molti files importanti da sostituire a quelli di sistema. Copiamo i datatypes PPC (quelli con estensione .elf) nella nostra nuova partizione MorphOS:classes/datatypes, avendo cura di cancellare gli equivalenti datatypes già presenti. Da notare che la funzione OpenLibrary() di MorphOS cerca sempre prima la versione PPC (.elf), se esiste, di librerie, datatypes e classi. Altrimenti procede al caricamento della versione 68K in modo automatico.



Sotto alcune circostanze, comunque, un file per PPC potrebbe NON avere l'estensione .elf (magari perchè rimossa dall'utente), per questo è preferibile cancellare le vecchie versioni 68K di files eseguibili, devices, librerie, quando è disponibile la controparte per PPC. Nel cassetto Devs: troviamo invece due device
seriali: il serial.device.elf e l'8n1.device.elf. Stando alla documentazione si tratta dello stesso device, compilato sotto due nomi diversi. Procedere dunque alla copia di uno o entrambi i files in MorphOSevs, ricordandosi in futuro di fare riferimento ad esso quando viene richiesto un dispositivo seriale (per esempio per l'uso con Miami). In Libs: si trova per ora solo una versione PPC della newicon.library.



Se pensate di fare ancora uso di questo standard di icone assieme a quello nuovo (Glow Icons) del 3.5 potrete trovare utile disporre di tale libreria in versione nativa. Procediamo ora all'installazione di CGX5. I files necessari si trovano nell'apposita directory "cybergfxppc". Se disponete di una scheda CVision/BVision PPC è importante che copiate il relativo monitorfile da cybergfxppc/devs/monitors in MorphOS:devs/monitors, AVENDO CURA DI RIMUOVERE IL SUFFISSO .elf (e prestando attenzione che durante l'operazione di copia la vostra icona originale non vada persa o modificata). Questo strano comportamento non è documentato, ma la presenza dell'estenzione .elf sembra causare il mancato riconoscimento dell'icona con tanto di tooltypes, con conseguenze facilmente immaginabili (è in essi che vengono memorizzati alcuni parametri fondamentali di CGX !)



Pare infatti che CyberGFX 5 PPC, alla partenza, cerchi di caricare direttamente il file icona DEVS:Monitors/CVisionPPC.info o DEVS:Monitors/BVisionPPC.info, indipendentemente dal nome assegnato effettivamente al monitor driver. Se invece disponete di una differente scheda video potrete mantenere il monitor file di sempre. Ora copiamo le librerie di libs/ nella nostra directory di sistema MorphOS:Libs AVENDO CURA, NEL CASO *NON* POSSEDIATE UNA C/BVISION PPC, DI RIMUOVERE IL SUFFISSO .elf DALLE NUOVE LIBRERIE. Anche in questo caso si tratta di un'anomalia non documentata: da prove fatte sembra che i driver di schede grafiche non native abbiano problemi ad avviare CGX5 se le sue librerie presentano l'estensione .elf. Tali librerie sono 2: la cgxsystem.library.elf e la cgxbootpic.library.elf. Chi non facesse uso del bootlogo di CGX può benissimo non installare quest'ultima.



Mi raccomando sempre di cancellare preventivamente le vecchie librerie di CGX dal nuovo sistema e così pure ogni file di P96 eventualmente installato: scordatevi di P96, ora c'è CyberGraphics 5 nativo PPC. Ora, cosa
importante, copiate il comando "startup" presente nella directory "qstartup" in C: è questo comando a svolgere il compito principale, cioè caricare e avviare l'intero sistema. Il successivo passo fondamentale consiste nella semplice installazione dei files del kernel: è
sufficiente creare una directory dove si vuole (consiglio DEVS:Kernel) e in essa copiare tutti i files presenti nel cassetto "morphos" della distribuzione, eventualmente tralasciando i commenti di accompagnamento (.notes).



Questi files sono amiga.rom, hal.rom, kernel.rom e module.rom. Se tutto è stato eseguito correttamente, ogni file necessario al funzionamento del sistema dovrebbe essere al suo posto sulla nuova partizione appena creata; ora si tratta solo di modificare la startup-sequence in modo ideoneo. Assicuriamoci prima di tutto di disabilitare ogni linea in cui si faccia riferimento a patch o utility "pericolose" che eravamo soliti usare in precedenza, anteponendo un punto e virgola all'inizio della riga. Ricordiamoci che la nostra nuova partizione ora si chiama "MorphOS", pertanto verifichiamo bene che non vi siano assign facenti riferimento al nome del vecchio Workbench come partizione di sistema. Tutti i controlli suddetti vanno ovviamente applicati anche alla user-startup. La nostra nuova startup-sequence dovrà iniziare esattamente come segue:

FailAt 21

C:Version >NIL: "MorphOS"

IF WARN


Assign >NIL: Kernel: DEVS:Kernel

C:Startup >NIL: hal=Kernel:hal.rom kernel=Kernel:kernel.rom amiga=Kernel:amiga.rom

module=Kernel:module.rom ResetLevel=7 DisableLed


ENDIF

SetPatch QUIET NONSD NOROMUPDATE

[...]


(Ovviamente il backslash è solo presente qui per ragioni di chiarezza, ricordatevi che in uno script del DOS non sono ammesse interruzioni di riga e l'intero comando Startup dovrà trovare posto su un'unica linea.)
A seconda del vostro hardware può ritenersi necessario assegnare un valore diverso da 7 all'opzione ResetLevel, nel caso in cui il sistema presentasse problemi all'avvio. Un valore di 7 sembra essere idoneo per la macchina su cui è stata effettuata la prova (vedi nota alla fine sulla configurazione usata) ma dimostrarsi problematico con altre. L'opzione DisableLed serve ad evitare il lampeggiamento del led di alimentazione, usato per segnalare all'utente che lo
scheduler di MorphOS è attivo, ma può essere fastidioso nel caso di riproduzioni audio. Per maggiori dettagli sul comando Startup e sulle sue opzioni invito a fare riferimento alla documentazione presente in qstartup/startup.doc. Un ultimo consiglio riguarda i monitor.



Se non volete incorrere in possibili problemi, sarebbe meglio almeno per i primi tempi togliere dal cassetto devs:monitors tutti i monitor inutilizzati e lasciare solamente quello della vostra scheda video. Sostituite inoltre le linee della S-S ove si opera il caricamento dei monitor con il semplice comando C:LoadMonDrvs (tale comando è presente di serie in AmigaOS 3.9 oppure è
scaricabile dalla pagina di Stephan Rupprech www.stephan-rupprecht.de. - operazione non indispensabile ma vivamente consigliata. A questo punto, se ogni istruzione è stata eseguita correttamente, non ci resta che rendere bootabile la nostra nuova partizione ed assegnarle una priorità di boot più elevata rispetto a quella del vecchio Workbench, lavoro che può essere fatto tranquillamente con HdToolBox, e vediamo di capirne il motivo. Al prossimo reset o ad ogni nuova partenza a freddo, il sistema si dovrà avviare dalla nostra nuova partizione
eseguendo le linee della startup-sequence che abbiamo appena riadattato.



Il comando ritorna errore se MOS non è attivo, pertanto procede al suo avviamento tramite il comando Startup. Questo non fa altro che disabilitare il 68K, caricare e lanciare il kernel PPC e generare un nuovo reset. Alla successiva esecuzione della S-S, MorphOS risulta pertanto attivo, quindi il comando Startup non viene più eseguito ma si procede al resto della sequenza e al caricamento del Workbench come sempre.



Partenza!



Resettiamo la macchina e incrociamo le dita. Se tutto è andato bene, dopo alcuni secondi ci troveremo davanti al nostro amato Workbench come siamo sempre abituati, con l'unica differenza che ora finalmente è il PPC a fare girare il nostro OS! La barra dei titoli sfoggerà un invitante messaggio di copyright, e lo stesso dicasi se invochiamo il requester Workbench->About.
Apriamo una shell, e digitiamo ora "version MorphOS full": ci dovrebbe apparire il seguente output:

MorphOS 0.3 ( 2-Dec-2000)

© 2000 by Ralph Schmidt



A parte queste piccolezze, nulla in realtà ci sembrerà differente dall'ambiente su cui siamo abituati a lavorare, a parte un piacevole senso di velocità, che dipende in larga misura da tanti fattori: la scheda grafica che stiamo usando, il fatto che disponga o meno di driver nativo, la velocità del nostro PPC, etc. E saremo in grado di apprezzare maggiormente la velocità del nostro "nuovo" sistema a mano a mano che procederemo nell'installazione di ulteriori estensioni ed applicazioni native per MorphOS, di cui parleremo in seguito.



Se possedete un dispositivo collegato alla porta IDE del 4000(t) avrete probabilmente notato che non viene più visto dal sistema. Questo è dovuto al fatto che è necessario installare il nuovo scsi.device. Ne avevamo disabilitato l'aggiornamento tramite l'opzione NOROMUPDATE, poichè su alcune macchine, come quella usata per la prova, è necessario procedere in modo leggermente più complesso.
Provate a modificare la riga di SetPatch togliendo l'opzione NOROMUPDATE, riavviate, e se siete fortunati ora il vostro dispositivo IDE viene visto correttamente. Nel caso contrario è necessario disabilitare nuovamente l'aggiornamento delle rom e procedere come di seguito.




  • 1) Procurarsi l'utility RomUpdateSplit dall'archivio di BlizKick su Aminet;
  • 2) Impartire da shell

    RomUpdateSplit "devs:amigaos rom update" xxx ram:

    dove "xxx" rappresenta l'indicativo della vostra macchina ("A4000I" per il 4000, "A4000S" per il
    4000T; per ulteriori dettagli fare riferimento alla documentazione in BlizKick.guide)
  • 3) Veranno così creati in ram una serie di files. Nella directory DEVS:Kernel create una
    sottodirectory "Modules" e copiate al suo interno i files appena generati da RomUpdateSplit.

    Nota: per il nostro scopo è sufficiente copiare il solo "scsi.device", sarebbe meglio procedere
    all'installazione dei file rimanenti solo in un secondo tempo facendo delle prove in base alla
    macchina posseduta.
  • 4) Aggiungere la seguente opzione al comando Startup:

    ExtModules=Kernel:Modules/#?




Resettate la macchina e controllate se al nuovo avvio il dispositivo IDE funziona correttamente.
Se si tratta di un CDROM e notate che dopo aver espulso il CD si verifica un errore di sistema,
è probabile che dobbiate modificare la sua mountlist (generalmente devs:dosdrivers/CD0) provando
ad aumentare lo stack nella voce StackSize da 3000 ad un valore più alto.



Problemi imprevisti



E' possibile, anzi molto probabile, che l'installazione non riesca al primo tentativo. In questo
caso consiglio di mantenere la calma e non scoraggiarsi subito, ricontrollando minuziosamente le
operazioni svolte passo dopo passo. Se anche la speranza di aver dimenticato o sbagliato qualche
passaggio risulta vana, controllate e studiate bene la documentazione per verificare che il
vostro hardware sia effettivamente supportato, a quali condizioni, e se sono necessari degli
accorgimenti particolari. Quindi verificate di non aver dimenticato "pericoli vaganti" come
eventuali librerie o estensioni di sistema per PowerUP o WarpOS che possano entrare in conflitto.



Se il sistema non riesce ad avviarsi provate a modificare il valore di ResetLevel consultando la
documentazione di Startup o provate a rimuovere il dirottamento NIL:" dal suddetto comando per
visualizzarne l'output. Sappiamo bene che, a differenza dei PC o dei Mac, ogni Amiga è diverso
dall'altro sotto tutti gli aspetti; si è cercato di riunire in
questo tutorial tutti i problemi conosciuti, sconosciuti, documentati o meno che si sono
riscontrati durante l'installazione e l'uso di Morphos; ma ugualmente, in casi particolarmente
ostili può rendersi necessario contattare gli autori per un supporto tecnico.



Problemi previsti



Se siete riusciti nell'installazione noterete comunque alcuni noiosi problemi più o meno noti
ancora presenti nella corrente beta, ma che con un pò di pazienza non ne pregiudicano in modo
drammatico l'usabilità. Il primo, più evidente, è quello che riguarda il picture.datatype.elf.
Può capitare molto frequentemente che, lavorando su schermi a 32 bit, le immagini caricate
compaiano totalmente sballate, con l'aspetto di un insieme di righe colorate oblique. Questo
ovviamente accade per gli sfondi del WB, per le immagini visualizzate tramite MultiView od
ovunque vengano caricate tramite datatypes. Si tratta quasi sicuramente di un bug
nell'allineamento dei dati in videoram, più frequente su schermi a 32 bit, meno sotto altri
formati. Da segnalare inoltre (per i più esperti) che il metodo DTM_WRITE purtroppo non funziona.
Se fate uso o avete scritto programmi che si basano sulla API del picture.datatype per salvare
le vostre immagini, purtroppo per il momento dovrete avere pazienza e attendere che questo noioso
baco venga risolto. Un altro difetto legato alla corrente versione di CGX5 riguarda gli schermi
in modo «Packed24» disponibili con i PermediaII.




Immagine

Alcuni applicativi nativi per MorphOS tra cui Voyager 3.3.120, FroggerNG
e un programma matematico compilato per PowerPC scritto e utilizzato dall'autrice di questo articolo.






Quando viene selezionato un modo video di questo
tipo si ottengono vari errori di rendering, visibili soprattutto durante il trascinamento delle
icone. Altro noto baco riguarda i gadget di ReAction, presenti in tutti gli editor delle prefs
di sistema a partire dall'OS 3.5: nel 90% dei casi è sufficiente cliccare uno di questi gadget
per causare un blocco totale del sistema. Anche HDToolBox sembra inusabile poichè i principali
gadget di controllo risultano irrimediabilmente disabilitati, e sarà quindi necessario ritornare
sotto AmigaOS per compiere questo tipo di operazioni, oppure usare il vecchio ma sempre compatibile
HDInstTools (attenzione: ricordiamo che i due programmi NON sono compatibili tra di loro ed
apportare modifiche ad un HD precedentemente impostato usando un altro programma può renderlo
inutilizzabile).



Per correttezza dobbiamo precisare che nelle successive beta release (private) di MorphOS alcuni
di questi problemi sono stati risolti, e precisamente: i problemi di allineamento grafici durante
il caricamento con datatypes su schermi a 32 bit; l'incompatibilità di HDToolBox; i crash dovuti
all'utilizzo di classi ReAction, dovuti ad un valore troppo basso dello stack dell'input.device;
altri bachi minori.



Conclusioni



Anche per questa volta siamo giunti alla fine, ma con l'augurio che quanto appena esposto possa
rivelarsi utile e prezioso per molti, e che un numero sempre maggiore di persone provino ad
avvicinarsi a quello che -per ora in mancanza di alternative- sembra essere l'unica evoluzione
possibile del nostro OS verso il futuro. Altrettanto speriamo che, tutti coloro i quali
riuscissero ad installarlo ed usarlo con profitto, si rendessero finalmente conto che le
affermazioni "MorphOS NON è amiga" oppure "MorphOS è solo un emulatore Amiga" sono totalmente
infondate.



Vi invito a prendere in considerazione il fatto che MorphOS 1.0 per il Pegasos è già
pronto da diverso tempo, è attivo il tanto atteso emulatore JIT (denominato "Trance", si parla
di picchi di 75% di velocità rispetto al codice nativo) e che non sarà piu' necessario in ALCUN
MODO doversi basare su parti dell'OS o del Kernel di AmigaINC da usarsi sotto emulazione, ma
ogni componente necessaria è già stata prontamente rimpiazzata da una equivalente (e spesso piu'
evoluta) nativa PowerPC. Lo stesso Workbench è stato riscritto da zero, battezzato Ambient e tra
le principali novità sono da segnalare il supporto per le icone a 24 bit e l'integrazione di MUI
come gui engine di sistema.



Nell'attesa di vederne presto una versione finale, non solo per
Pegasos ma anche per i numerosi utenti di AmigaPPC, e sperando che con essa vengano risolti i
piccoli ma fastidiosi difetti presenti in quella attuale, ci lasciamo con l'intenzione, per il
prossimo capitolo, di continuare il nostro viaggio all'interno di MorphOS. Approfondiremo
l'analisi delle sue prestazioni e della sua compatibilità, e passeremo in rassegna la lista del
principale software attualmente disponibile (di cui trovate un'anticipazione nell'apposito box).
Alla prossima !



Configurazione usata per la prova:



Amiga 4000 towerizzato con CyberStormPPC 604e@200 040@25, RAM 128+16MB, scheda video
CyberVisionPPC con WB 1120 x 840 x 32 x 80 Hz, HD UltraWide IBM 4GB + HD UltraWide Fujitsu 18GB,
ZIP Drive SCSI, CDRom IDE, AmigaOS 3.9 aggiornato agli ultimi Boing Bags



MOS-Ready: gli Indispensabili
Segnaliamo qui solo alcuni e i più significativi tra gli applicativi già disponibili in versione nativa per MorphOS.

  • Nome: YAM 2.3
  • Link: www.yam.ch/archive.html
  • Note: Un porting pressochè perfetto del miglior mailer mai esistito per Amiga.
    Velocissimo, non smentisce ciò che promette. I frutti dell'Open Source si
    vedono...





  • Nome: Voyager 3
  • Link: v3.vapor.com
  • Note: Nettamente più fluido e usabile della versione 68K, giunge da poco alla
    release 3.3.123. Si consiglia comunque l'uso della 3.3.120 in quanto l'ultima
    release presenta notevoli instabilità che ne pregiudicano fortemente l'utilizzo.
    Diverse incongruenze quà e là, non supporta ancora l'SSL e alcune altre funzioni
    minori. Ci aspettavamo una maggiore velocità specialmente nella formattazione e
    nello scrolling di pagine lunghe. Lasciamolo ancora crescere.





  • Nome: Mui PPC
  • Link: www.morphos.de/fileslinks.php3#mosmui
  • Note: Perfettamente riuscito questo porting per MorphOS della migliore GUI per
    Amiga. Stabilità e velocità assicurate.
    Peccato che, per ragioni non documentate, dopo il 24 agosto 2002 alcune classi
    (PopMenu gadgets e Context Menus) abbiano misteriosamente smesso di funzionare...









  • Nome: WarpDataTypes
  • Link: www.nanunanu.org/~oliver
  • Note: Con questo set di ottimi e veloci datatypes, estensione immancabile per il
    vostro "nuovo" OS, Oliver Roberts ha compiuto un ottimo lavoro. Un vero
    peccato che non supportino nemmeno loro il metodo DTM_WRITE...





  • Nome: Frogger PPC NG 2
  • Link: frogger.rules.pl
  • Note: Praticamente identico alle versioni PUP e WOS, non si notano pertanto
    evidenti incrementi di velocità. Sempre la stessa interfaccia scarna e poco
    agevole ma premiamo l'impegno di averne fatto un porting anche per questo OS.









  • Nome: ttf.library.elf
  • Link: home.sprynet.com/~ragriffi/ttflib.htm
  • Note: Se siete stanchi della lentezza dei font scalabili di sistema questa è la
    soluzione. L'intero parco dei font TrueType disponibile al vostro Amiga e
    alla velocità del PPC. Un lavoro eccellente.





  • Nome: AwebPPC
  • Link: 79.197.46.38/~bigfoot/files/AWebPPC-bin
  • Note: Finalmente l'autore di AWeb ha deciso di rendere pubblici i sorgenti del più
    popolare (e più compatibile) browser Amiga, sotto licenza APL. Il primo porting
    per MorphOS è avvenuto da parte di Mark (Bigfoot) Olsen. Attualmente sembra
    funzionare in modo corretto a parte i menu che scompaiono dopo aver aperto una
    qualsiasi finestra dei setting (questa anomalia però sembra presentarsi solo nel
    porting per MorphOS). Un buon antagonista a Voyager PPC e per di più gratuito,
    spesso notevolmente più fluido nell'utilizzo.




Per un elenco (quasi) completo: www.morphos.de/fileslinks.php3


Riferimenti:

www.morphos.net

www.pegasosppc.com

www.morphos-news.de



Si ringrazia Elena Novaretti per aver messo a disposizione questo articolo






Copyright (C) 2002 Bitplane, nessuna parte di questo articolo può essere
riprodotta in alcuna forma senza l'esplicito assenso dell'editore.[/auto-justify

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